Le serie gloriose della 500, dal 1936 al 1955

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Al salone di Ginevra del 1949 , la Fiat presenta la 500 C. Vettura che era disponibile in tre varianti : berlina  con tetto metallico, berlina trasformabile e Giardiniera .

L’avvento della 500 C, non era una novità assoluta. Il nuovo modello è una evoluzione della 500 A e della 500 B. Si trattava quindi di un modello già molto collaudato, prodotto per più dieci anni e venduto in 140.000 esemplari

 

 

La 500 A, fu posta in vendita a partire dal Giugno del 1936. Una vettura che è costruita con l’obiettivo di “ motorizzare gli italiani”. Obiettivo che fu dato espressamente al senatore Giovanni Agnelli da Benito Mussolini.

La Topolino, così veniva chiamata, è stata prodotta in ben 83.266 esemplari prima della guerra. Dal dopoguerra al 1948 le unità prodotte furono 38.750.

Propagandata come la piccola grande vettura o la vetturetta del lavoro e del risparmio caratterizzata da dimensioni e consumi molto contenuti, ma, per contro, le 8.900 lire del prezzo sono ancora troppe per la maggior parte degli italiani. E con i suoi due posti, la vettura è troppo piccola per la famiglia media italiana che ha bisogno di una vera 4-posti

 

Nel marzo del 1948, la Fiat presentata la 500 B. Con questo modello la casa torinese, vuole “aggiornare” la topolino rendendola nuovamente “ appetibile” per un mercato che , con enormi difficoltà, si sta riprendendo dopo la fine del Conflitto Bellico.

 

Quasi identica, a livello estetico, alla precedente, ma con sostanziali modifiche tecniche.

 

Dante Giacosa e i suo Team , costruirono una testata in ghisa con valvole in testa. Questo particolare porta la potenza del piccolo quattro cilindri da 13 cv a 16,5 cv. Per rendere durevole i componenti del motore, il filtraggio dell’olio e dell’acqua e reso più efficiente. E’ aggiunta, inoltre, una pompa a benzina a membrana, poichè la diversa posizione del carburante non permetteva più l’alimentazione per gravità

Il telaio è rinforzato nella parte anteriore. Le sospensioni modificate sono rese a “ flessibilità variabile”. Il cambio e il serbatoio sono rinforzati e, quest’ultimo, ha l’indicatore di livello.

La strumentazione interna , posta su un pannello, è grande , e il volante diventa a due razze in bachelite. Inoltre ,è adottato il tergicristallo a doppia bacchetta. Su richiesta, è installato l’impianto di riscaldamento. La B venne prodotta nel biennio 1948-49 in 21.262 esemplari

 

La grande novità della 500 B, è l’introduzione della Giardiniera .

 

Una piccola familiare con quattro posti e un portellone posteriore. Il portellone dava accesso al piano di carico . Con il ribaltamento in avanti dello schienale, il piano di carico si espande. La Giardiniera riprendeva il concetto di “ carrozzeria funzionale” ideata da Ravelli per la carrozzeria Viotti.

La Giardiniera era caratterizzata da fiancate costruite in legno di faggio e masonite  e poteva essere impreziosita con tinte metallizzate. Fu lei la prima Station Wagon prodotta in serie.

 

 

 

Dopo più di anno nasce la rinnovata 500 C 

 

Le sue linee estetiche sono più moderne e si ispirano alla 500 Six . Presentata al salone di Parigi nel 1947, induce la direzione Fiat a tener conto di alcune prerogative stilistiche.

 

La struttura della scocca e del telaio sono invariate. Il muso e la coda sono completamente nuovi. Il cofano motore è unico e incernierato sotto il parabrezza. I fari esterni sono integrati nei parafanghi. Anche il paraurti è parte integrante dello stile della vettura.

 

Per facilitare le operazioni di riparazione del propulsore, la nuova calandra a barre orizzontali poteva essere asportata facilmente con due sole viti. La coda della vettura viene ridisegnata completamente. Lo spazio interno è aumentato. Questo permette di aumentare lo spazio per i bagagli e soprattutto è possibile collocare la ruota di scorta all’interno in un pratico vano accessibile solo dall’esterno. Lo sportello , di questo scomparto, funge anche da porta targa. La targa è posta in posizione centrale ed illuminata da una luce targa in alluminio.

 

I fanalini posteriori sono posti sui parafanghi posteriori.

 

Hanno una semplice basetta in zama cromata e il vetro rosso. Per la prima volta il martinetto di sollevamento ha dei punti di ancoraggio sotto alle pedane. Le frecce a bacchetta sui montanti , sono gli unici indicatori di direzione. Indicatori che soddisfano le norme del codice della Strada. I paraurti integrati adottano dei profili in gomma sia sulla traversa anteriore e sia su quella posteriore. A richiesta erano disponibili dei veri e propri paraurti cromati aggiunti con rostri per difendere la vettura nei parcheggi cittadini. Il motore adotta una nuova testata in alluminio, con valvole riportate. Per la prima volta , nella storia della 500, il riscaldamento è di serie.

 

500
La Belvedere

 

La Giardiniera , ha il rapporto al ponte più corto. Balestre e pneumatici rafforzati , adatti per il maggior carico. Il successo della Giardiniera , porta i vertici di Fiat ad abbandonare la produzione semi artigianale.

 

Nel settembre del 1951 , la ” station wagon” , è profondamente modificata.Il nuovo modello è denominato BELVEDERE

 

Viene eliminato ogni elemento di legno, diventando interamente di metallo. La pannellatura in bassofondo è verniciata in tinta di contrasto. Inserti di alluminio, sono inseriti nella guarnizione del parabrezza, del lunotto e dei vetri laterali. Il paraurti in alluminio, pur essendo un optional, è un elemento imprescindibile. Sul parafanghi posteriore, inoltre, sono installati una coppia di luci di posizione. Luci che fungono , anche, da indicatori di posizione.

 

La 500 C dal 1949 al 1954 e fu prodotta in ben 376.368 esemplari , con un picco di 72.000 vetture nel 1952.

La berlinetta usci di produzione nel 1954, la Belvedere resistette ancora fino ai primi mesi del 1955.

 

500

 

 

Qui vogliamo salutare l’ultima 500, uscita dalle linee di montaggio della Mirafiori. La salutiamo con il sentimento stesso che le maestranze dell’Officina 17 spontaneamente espressero ,radunandosi attorno alla vettura. Vettura che chiudeva le serie gloriose della 500. Serie durata circa venti anni e che ha portato sul radiatore della “ topolino” il marchio Fiat nel mondo.

 Nella grande officina già ferveva il lavoro per la produzione del nuovo modello. Ma sull’ultima 500, che se ne andava, il pensiero degli operai indugiava come un affettuoso comiato.

 

Gli operai hanno salutato l’ultima 500 in poesia, con un messaggio , che le hanno appeso sul cofano. Illustrato Fiat. Torino 28 febbraio 1955. L’ULTIMA 500

 

Addio Topolino della Strada, Addio Cinquecento Giardinetta, sei l’ultima ad andare per la contrada, verso quel fato che pure te aspetti.

Sei l’ultima a passare tra queste mani che in mille t’hanno fabbricata, da quando tu sorgesti ai di lontani, di volta in volta sempre migliorata.

E và con te una parte della vita passata insieme, un poco triste e lieta, ma alla fine non rattrista, additta a correre bensì , verso la meta.

Le mete del progresso che s’avanza, sorretto dalle fede e da speranza

 

 

 

 

 

 

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