Settanta anni di Abarth, Settanta anni dello Scorpione

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Il 31 marzo 1949 a Bologna nasce Abarth & C. I Fondatori sono l’ingeniere, Carlo Abarth e, il pilota, Guido Scagliarini. Il simbolo della nuova società è uno scorpione. Simbolo che è il segno zodiacale del suo fondatore, Carlo. Il rosso e il giallo, nello scudetto, sono invece i colori di Merano, citta natale del Padre.

Una storia che nasce a Vienna il 15 novembre 1908. E’ in quella data che nasce Karl , il fondatore , l’anima dell’ Abarth. Nato da un albergatore meranese  e da una nobildonna appartenete alla borghesia austriaca. E nelle periferie viennesi , che si forma il suo “ codice genetico” per le velocità, e dove si forma una sua celebre frase, che sarà negli anni a seguire , la sua “ stella polare”.

 

“C’è gusto ad umiliare, con una modesta utilitaria, vetture di classe e prezzo superiori”.

 

Karl si divertiva a cimentarsi in sfide di velocità su monopattino. Gli avversari erano tutti ragazzi più grandi, leve più lunghe e gambe più potenti per la spinta. In quella situazione chi non si sarebbe messo l’animo in pace al pensiero che quelli erano avvantaggiati appunto perché più grandi. Non Carlo. Il seme dell’ingegno gli offrì la soluzione per vincere: ritagliò una cintura di cuoio con cui avvolse le rotelle del monopattino così da ridurre l’attrito con l’asfalto.

 

Al compimento dei sedici anni inizia  a lavorare in diverse aziende meccaniche. All’età di 20 anni costruisce il suo primo telaio motociclistico.

Divenne pilota di moto, mostrando una attitudine per ri-elaborare il suo mezzo. Questo aumento di prestazioni lo portò ad alcuni successi. Alla fine del decennio costruì anche una moto col proprio nome.

Un grave incedente , 1930, lo costrinse al ritiro delle gare su due ruote. Ma , il suo codice genetico, non gli consentì il ritiro dalle competizioni. Nel 1932  sfido l’ Oriente Express. Sulla distanza di 1.370 Km, della tratta Vienna-Ostenda, batte il famoso treno a bordo del suo sidecar.

 

Un sidecar che aveva “ truccato”. Per compensare la menomazione al ginocchio,  “ creò un sistema ad asse oscillante per far inclinare la terza ruota del sidecar, ottenendo un significativo aumento della velocità in curva. Questa elaborazione ingegnosa gli permise di vincere la maggior parte delle gare di quel periodo. “

Nel 1937, un anno prima dell’Annessione dell’Austria alla Germania nazista, si trasferisce a Merano, nell’albergo di proprietà del padre.

 

Cercò di allontanarsi ulteriormente dalle grinfie dei nazifascisti trasferendosi a Lubiana. Al termine della guerra Karl tornò definitivamente dal padre a Merano; chiese la cittadinanza italiana, naturalizzando anche il nome che divenne quindi Carlo Abarth

 

Nasce , l’Abarth dal fallimento della Cisitalia

 

Dopo la fine della guerra ,1947, Carlo, fù chiamato a Torino , dall’imprenditore piemontese Piero Dusio. Carlo agisce come rappresentante ufficiale della Porsche in Italia. Del progetto fa parte anche il connazionale Rudolf Hruska che più avanti progetterà l’Alfa Romeo Alfasud. La scuderia annoverava in quei anni i piloti Piero Taruffi e Tazio Nuvolari

 

Un progetto che era il risultato di un accordo tra il fondatore di Cisitalia Piero Dusio e la famiglia Porsche per sviluppare una macchina rivoluzionaria Grand Prix seguendo Porsche disegni. Sfortunatamente, il progetto si è dimostrato troppo ambizioso e nonostante i numerosi successi, Cisitalia nel 1949 fallisce.

 

Abarth ricevette , come pagamento arretrato, un paio di 204 complete , una D46 1200 , molti ricambi , e altre vetture da terminare. L’accordo prevedeva che Abarth avrebbe fatto gareggiare le auto per un anno con il marchio Cisitalia.

 

 

 

Il 15 aprile 1949 a Torino nasce la Squadra Carlo Abarth che schiera nelle competizioni le 204. La D46 modificata, sia aggiudico il campionato italiano di Formula 2 , con il pilota Piero Taruffi. Guido Scagliorini con una 202 A diviene campione italiano della categoria Sport 1100.

 

Nel 1950 , lo Scorpione appare sul muso della Scuderia Abarth.

 

Il 10 aprile 1950 il “ mantovano volante” porta alla vittoria , nella salita Palermo – Monte Pellegrino , la 204 A Abarth. Fu questa l’ultima vittoria di Tazio Nuvolari.

 

Il 9 Aprile 1951 l’azienda viene trasferita a Torino, in via Trecate 10.

 

 

Le vittorie della Scuderia portano all’affermazione, del marchio dello scorpione, nella produzione di marmitte e sistemi di scarico. Accessori da applicare sulle auto di grandi serie.

Un successo tecnologico che nasce , in un cassa. In quelle casse di ricambi, che Abarth aveva ricevuto come pagamento dalla Cisitalia, c’è una marmitta che Giovanni Savonuzzi ha studiato osservando il silenziatore di una pistola.

Nel 1956 gli scarichi Abarth equipaggiano le Ferrari ufficiali. A fine anno le marmitte vendute superano le centomila.

 

Le marmitte sono costituite da un tubo centrale di diametro costante con passaggi laterali nella lana di vetro, mentre non sono previsti i diaframmi che contengono la compressione dei gas. Risultato: al vantaggio prestazionale si unisce un inconfondibile rumore pieno.

 

Quanto basta all’Abarth & C. per crescere molto rapidamente: nel 1971 realizza infatti 200.000 marmitte grazie a uno staff di 200 persone.

 

750 Abarth Zagato

 

 

La nascita della 600 , progettata da Dante Giacosa, nel 1955 e prodotta negli stabilimenti Fiat , ha permesso una opportunità di crescita alla società dello scorpione. L’ Abarth sviluppo un kit che portava , dai 633cmc ai 750 cmc., la cilindrata della 600. La potenza aumentò di 20 CV ,da 21,5 a 41,5 CV DIN, la coppia che passò da 4 kgm a 2800 giri/min a ben 5,5 kgm a 4000 giri/min e la  velocità massima era di 130 km/h. 

 

trasformò con sapienti ritocchi l’utilitaria torinese nella 750, piccola “bomba” concepita, prodotta e collaudata con rigore industriale.

 

Nel 1956 nasce la 750 Abarth Zagato. Realizzata sul pianale di serie della Fiat, Zagato costrui una scocca in lamiera di alluminio poggiata su una struttura tubolare in acciaio. Il motore della 600 , “ truccato” da Abarth era potenziato di 44 cv. La 750 pesava solo 535 Kg e su strada toccava i 155 Km/h.

 

Fu l’inizio di una nuova storia, per l’Abarth e per i tanti piloti che nel decennio successivo portarono in gara le piccole vetture torinesi. Abarth iniziò a vendere Fiat 600 di serie modificate con i componenti meccanici adottati sulle berlinette Zagato, e a vendere le “cassette” con tutte le parti necessarie alla modifica.

 

Alla fine del 1955, Carlo Abarth, chiese a Bertone di allestirgli una carrozzeria per infrangere il record del mondo sulle 24 ore.

Franco Scaglione, disegno una affilata monoposto color argento. La propulsione era quello della Fiat 600 derivazione Abarth. Nel giugno del 1956 , sulla pista di Monza, l’argenta Abarth stabilì il nuovo record del mondo, alla media di 156 Km/h.

 

Altri record furono stabiliti sulle lunghe distanze nei mesi successivi, con motori di cilindrate differenti, da 500 a 800 cc e sempre utilizzando la vettura carrozzata da Bertone

 

Luglio 1957 nasce la Fiat Nuova 500. 

 

AbarthNel febbraio del 1958 , dal 13 al 20, la neonata 500 si trova sulla pista di Monza. Una 500 che porta sulle fiancate e sul frontale FIAT 500 ABARTH

 

Sulla pista di Monza dopo otto giorni  “ di marcia ininterrotta la piccola torinese ha girato” alla media di 108 Km/h, percorrendo 18.186,440 km . La velocità massima della Fiat 500 di serie era allora di 85 km/h.  Una prova di eccezionale affidabilità, un biglietto da visita eccezionale per la piccola di Mirafiori. Durante la prova si sono alternati alla guida della 500 giornalisti del settore e personale  associate alla costruzione dell’auto.

Il successo riportato a Monza, portò ad associare il marchio Abarth alla Fiat. “Fu l’inizio di un periodo fortunatissimo per l’Abarth, che sviluppò un modello da competizione dopo l’altro, quasi tutti di grande successo, ottenendo così un sostegno economico determinante per il proprio sviluppo “.

A fronte del successo ottenuto Fiat offri una ricompensa , ad Abarth , per le future vittorie. La casa dello scorpione nel 1963 venne presentata la 595. Nel 1965 debutta  la 695 SS Assetto Corsa e, nel 1969, la 695 SS Competizione. Fiat 500 Abarth  che gareggiarono e vincono nelle rispettive categorie.

 

Nello stesso anno , 1958, l’ Abarth trova una sede più ampia in Corso Marche 38 a Torino

 

 

850 TC, Turismo Competizione

 

Nel 1960 nasce , negli stabilimenti Fiat , la 600 D .Nel  febbraio del 1961 , Carlo Abarth , “ abartizza “ , la macchina di famiglia creando la Fiat-Abarth 850 TC. Una vettura che amplificherà i successi sportivi e commerciali, creando il mito dello scorpione.

850 TC, Turismo Competizione., viene fornita dalla Fiat priva di alcuni elementi.  La casa dello scorpione la “ prepara” per le competizioni. Oltre a questo, Abarth fornisce “ cassette di trasformazione” per i clienti , che possono elaborare da soli la loro 600 D.

 

 

Un giorno venne a trovarci un vecchio ed espertissimo meccanico, noto come mago dei motori da competizione, che non aveva mai lavorato con i nostri materiali.

Dopo aver minuziosamente visitato i vari reparti dove si allestivano i particolari speciali della 750 chiese se tutto quanto aveva visto era in vendita e avuta una risposta affermativa esclamò: “Se le cose stanno così, perché debbo continuare ad ammattirmi per equilibra bielle, lucidare alberi a gomiti, tarare molle, lavorare le teste, pesare i pistoni, quando posso comprare tutto perfettamente controllato?” Confessiamo che ci sentimmo orgogliosi. Il nostro visitatore con poche parole aveva puntualizzato lo scopo che ci eravamo prefissi.

Offrire ai meccanici un insieme di materiali garantiti, in modo da permettere a una qualsiasi  officina di modificare sostanzialmente la Fiat 600.

 

Con questo non vogliamo dire che prima non fosse possibile aumentare il rendimento di una vettura; tuttavia mai nessuno aveva studiato una trasformazione completa di una macchina in tipo Gran Turismo, regolarmente omologata, mettendo a disposizione ai meccanici un complesso di particolari e un bagaglio tecnico sufficiente per eseguire lo stesso lavoro delle Case costruttrici.

Abbiamo inteso crearci degli amici tra i meccanici che, come noi, hanno la passione della velocità fornendo loro quanto la nostra esperienza e la maggior possibilità di studio ci ha permesso di realizzare.

In nessun modo vogliamo essere dei monopolisti delle trasformazioni in 750, anzi, per non lasciar nascere dei dubbi, noi non accettiamo di trasformare vetture già immatricolate. Il meccanico può avere materiali e consigli, può venire nella nostra officina per seguire un corso d’istruzione, può insomma trovare i mezzi per procurarsi nuovo lavoro e crearsi una nuova specializzazione.

 

Nella cassetta c’è tutto quanto montiamo sulle vetture da noi trasformate, dall’albero motore al marchio della nostra casa, dal  radiatore alle guarnizioni

 

Ogni modifica, ogni particolarità tecnica viene tempestivamente segnalata a mezzo di comunicati distribuiti a tutti i nostri collaboratori. Chi lo desidera può anche comprare particolari sciolti e trasformare il motore solo in parte; però il prezzo della cassetta completa è inferiore alla somma dei prezzi dei singoli particolari. Inoltre chi trasforma completamente una macchina con carrozzeria di serie ha diritto alla dichiarazione da parte della nostra Ditta e può di conseguenza immatricolare la vettura come “derivazione Abarth 750” e correre nella categoria Gran Turismo, mentre questo vantaggio non l’acquista chi si limita a comprare singoli particolari . Carlo Abarth

 

 

1960 Abarth presenta la 1000 bialbero.

 

Nel 1960, nacque la Fiat Abarth “1000 bialbero”. La nova Abarth aveva  gli stessi principi costruttivi dei modelli 750 Record Monza e 700 Biabero, prodotti negli anni precedenti. . Una berlina di oltre 100 Cv , capace di superare i 200 Km/h. Fu costruita in circa 200 esemplari. Fu prodotta fino al 1976, quando si disputarono le ultime competizioni in categoria Turismo. La 1000 porto alla casa dello scorpione innumerevoli vittorie. Le evoluzioni tecniche e le continue migliorie prestazionali la mantennero competitiva fino alla fine della sua produzione.

 

Una versione ridotta di questo motore è stata utilizzata per alimentare un prototipo progettato da Pinin Farina. La “ Principessa” cosi era denominata, fu modellata nella galleria del vento del Politecnico di Torino e aveva un coefficiente di resistenza di soli 0,20. Progettata per abbattere il record del mondo per la massima velocità mantenuta per il più lungo periodo di tempo.

La monoposto , sull’anello  di Monza ha stabilito un totale di otto record mondiali .12 ore alla media di 203,656 Km/h, 24 ore alla media di 198,795 Km/h, 48 ore alla media di 190,264 Km/h, 72 ore alla media di 186,687 Km/h, 5.000 Km alla media di 199,238 Km/h, 10.000 Km alla media di 191,376 Km/h, 2.000 miglia alla media di 201,115 Km/h e 5.000 miglia alla media di 192,878 Km/h.

 

Altro successo di Abarth , fu il progetto Simca.

 

La berlina , francese ,Simca 1000 debuttò al Salone di Parigi 1961. Visto i successi delle Fiat Abarth, i vertici francesi chiesero a Carlo Abarth di sviluppare una versione potenziata della 1000

Nacque così, all’inizio del 1962, la Abarth Simca 1300 GT, dotata di motore bialbero a camme in testa di 1.288 cc completamente progettato dall’Abarth, ma che oltre al pianale, utilizzava trasmissione, sterzo e sospensioni, opportunamente adattati, dell’utilitaria francese.

La Simca dovette purtroppo rinunciare rapidamente a un’attività così promettente perché nel 1963 fu incorporata nell’americana Chrysler, che non vedeva di buon occhio l’attività agonistica.

 

Anni in cui Abarth era passato da produttore di accessori , marmitte , collettori..ecc, a costruttore di vetture. Vetture che erano il “ frutto” della capacità degli uomini dello scorpione. Uno sviluppo che porterà a scegliere negli anni successivi se costruire  “ vetture da turismo e gran turismo, con volumi consistenti, affiancando a questa produzione quella di macchine da corsa . Oppure diventare essenzialmente un costruttore di vetture da competizione, con una piccola produzione di vetture stradali . Di fatto, l’Abarth imboccò questa seconda direzione, con esiti alterni, che la portarono a creare ottime vetture da corsa, ma fatalmente a scontrarsi con avversari dotati di risorse tecniche ed economiche ben superiori alle sue, con le conseguenze del caso”

 

 

Nel 1968 lo sviluppo , da parte della Fiat, di una squadra rallye, pone fine all’accordo tra l’azienda torinese e lo “ scorpione “ .

 

Un accordo , fimato nel 58, che dava un compenso economico per ogni vittoria  “conseguita da una vettura recante il marchio Fiat Abarth “.

 

Il 15 ottobre 1971, la Fiat diramò il seguente comunicato:La Fiat ha rilevato totalmente la Società Abarth & C. S.p.A. con sede in Torino, corso Marche 38, e capitale di 750 milioni di lire. L’Abarth continuerà a mantenere la sua denominazione ufficiale. La produzione verrà integrata con la preparazione delle vetture Fiat destinate ai rally. Cesserà l’allestimento dei prototipi per competizioni, mentre l’attività sarà orientata verso l’elaborazione di motori Fiat e Autobianchi per versioni sportive. La prima realizzazione è stata l’Autobianchi A112 Abarth presentata recentemente. Continueranno regolarmente le altre attività nel campo degli accessori e, in particolare, delle marmitte. L’Assemblea degli Azionisti della Abarth, tenutasi oggi, ha nominato l’ing. Giovanni Sguazzini amministratore unico della Società di cui Carlo Abarth resterà consulente.”

 

Il 24 ottobre 1979, sotto il segno dello Scorpione, a Vienna , alla soglia dei 71 anni Carlo Abarth si spegne sopraffatto da un male incurabile. 

 

 

 

 

 

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