Il pensiero laterale ovvero pensare come i granchi

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IL pensiero laterale procede da una serie di fatti, non da supposizioni. Il pensiero laterale di fatto non fa presupposti, anzi i presupposti iniziali limitano le possibilità di soluzione

 

Quando ci troviamo di fronte ad un problema da risolvere, abbiamo tendenzialmente due alternative. Il primo modo è affrontarlo frontalmente per rimuovere l’ostacolo diretto. Il secondo è  affrontarlo in modo “trasversale” o ,come si usa dire, “aggirando l’ostacolo”.

Aggirare l’ostacolo non significa rimandare o evitare il problema. Significa compiere un’azione che apparentemente non ha nulla a che vedere con la soluzione del problema.Il risultato di questa azione è quello di spostare o annullare il problema stesso.

Per individuare soluzioni trasversali attraverso il pensiero laterale, occorre anzitutto allargare la prospettiva, guardare a fianco appunto. In questo modo si può vedere il problema da un’angolatura diversa e si aumentano le possibilità di azione.

 

De Bono identifica quattro fattori critici associati al pensiero laterale.

 

Riconoscere le idee dominanti che polarizzano la percezione di un problema. Cercare maniere differenti di guardare le cose. Allentare il controllo rigido del pensiero lineare. Usare ogni chance per incoraggiare altre idee.

 

L’esempio classico di una persona che usa il pensiero laterale è il personaggio di Sherlock Holmes. Il detective nato dalla fantasia di Sir Arthur Conan Doyle.

La sua straordinaria capacità di trovare la soluzione a problemi altrimenti insolubili era dovuta alla sua abilità nell’osservare i fatti di una situazione. Senza fare presupposti iniziali. Usando il pensiero laterale, egli spezzettava gli elementi di un problema o di una situazione e li riordinava in un modello apparentemente casuale. In questo modo arrivava a una visione diversa della situazione e quindi a una possibile soluzione.

Pensare ” come i granchi” perciò può definirsi come puro ragionamento deduttivo.

Il Dottor Watson invece agiva procedendo lungo le linee del pensiero cristallizzato basato su preconcetti.

 

Il pensiero laterale è creativo e dinamico ed incorpora le proprietà del pensiero associativo, quindi la capacità di raccogliere e riallineare significati, così come il pensiero lineare comporta l’abilità di procedere lungo una linea di pensiero fino a una conclusione.

 

Un altro esempio riguarda un fatto realmente accaduto alla Gerber, la famosa multinazionale che produce cibi per bambini.

 

Negli anni 60 la Gerber lanciò un nuovo prodotto rivolto al mercato di un paese africano in cui le madri avevano estremo bisogno di cibo per bambini.

Era stato studiato nei minimi dettagli affinché la sua convenienza e qualità ne garantissero l’immediato successo. Ma le vendite non riuscivano a decollare. I dirigenti e il management, usando dei processi di pensiero lineare, ritennero che il prodotto non fosse stato promosso abbastanza. Stabilirono , quindi, di intraprendere ulteriori campagne pubblicitarie, non riuscendo a venirne a capo. Erano sul punto di abbandonare il progetto.

 

Ed ecco la soluzione trasversale: cambiare le etichette!

La questione si risolse infatti prendendo atto che nella cultura della popolazione locale, prevalentemente analfabeta, i prodotti alimentari venivano presentati con etichette raffiguranti il loro contenuto.

Dal momento che la Gerber esponeva le sue  “papette “ mostrando un bambino sorridente non avrebbe mai potuto convincere nessuno a nutrire i propri figli con carne di bambino, disegnando sulle etichette mucche, vitelli, pollo .Le papette andarono a ruba !

 

 

 

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