Pedoni e strisce pedonali

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Il 30% delle vittime di incidenti che coinvolgono i pedoni accade sulle strisce pedonali.

L’illuminamento , la segnalazione giocano un ruolo fondamentale nel tutelare i pedoni nel loro attraversamento. E molto spesso questi due fattori sono inadeguati

E’ da questa realtà che nasce l’idea “ Pedone sicuro”. Un progetto nato in Italia dalla società Safety 21. Pedone sicure  ha come obbiettivo la messa in sicurezza degli attraversamenti pedonali non semaforizzati. Il sistema  è in grado di segnalare agli automobilisti la presenza di un pedone sull’attraversamento.

Il cuore del sistema è una telecamera  fisheye a 360° e quattro fotocellule. Rivelando la presenza di un pedone azionano i quattro impianti luminosi installa stati in prossimità delle “ strisce”. Due segnalatori esterni posti a 70 metri allertano l’automobilista. L’automobilista in arrivo è informato sul fatto che l’attraversamento è impegnato. Dovrà  moderare la velocità e prestare  attenzione. Il sistema in assenza di pedoni rimane inattivo.

Le telecamere fisheye a 360° sono collegate , tramite una connessione senza fili (Wireless 4G/LTE) a una sala controllo. Le immagini , provenienti dal luogo in cui è installato il sistema  sono visibili in modalità Live o On-Demand.

Solo gli operatori di Polizia  possono acquisire le immagini nel rispetto delle norme vigenti. Non possono essere usate per infrazioni al codice della strada. Sono e possono essere usate solo in caso di incidente.

Le nuove tecnologie possono rendere la mobilità pedonale più sicura. Mettendola al centro di un progetto che valorizzi le modalità alternative al uso dell’automobile. Che garantisca le condizioni di sicurezza in termini di qualità dello spazio.

Liberare lo spazio stradale dalla “dittatura” dell’automobile e di restituirlo a tutti gli utenti. Creando spazi da utilizzare in modo condiviso, sicuro, piacevole ed accessibile.

C’è voglia di cambiamento anche in Italia.

Per la crescita della consapevolezza degli impatti ambientali negativi della “dipendenza dall’automobile”.

C’è voglia di cambiare comportamenti personali e stili di vita.

Spostandosi di più a piedi, in bicicletta sul trasporto pubblico. Di condividere servizi di mobilità per vivere in modo collettivo lo spazio urbano.

Cresce la voglia di riprendersi la strada.

Pensare alla strada non più come arteria di traffico , ma come desiderio di lentezza, di relazioni, di vicinato, di aiuto reciproco.

 

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